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Faida Ascione-Birra, torna libero il genero del boss di Ercolano



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Ercolano. Faida Ascione-Birra: torna il libertà Giorgio Di Bartolomeo, accusato dell’omicidio di Carlo Polese.

Pochi giorni fa la Corte di Cassazione aveva annullato, riconoscendo il principio della ‘legittima difesa’ la condanna a 20 anni di reclusione per Di Bartolomeo, accusato di aver ucciso Carlo Polese. Oggi l’uomo torna in libertà dopo un’istanza del suo avvocato Dario Vannetiello, in attesa che venga celebrato nuovamente in processo in Appello.

La Corte di assise di appello di Napoli – terza sezione – ha emesso, dunque, un ulteriore provvedimento favorevole alla difesa.
Infatti, l’accusato è stato rimesso in libertà, in accoglimento dell’articolata istanza del legale, ove mediante un meticoloso richiamo ai precedenti di legittimità assunti sul tema, era stata invocata la decorrenza dei termini di custodia cautelare.
Di Bartolomeo era stato condannato per l’omicidio di Carlo Polese, maturato nella faida tra il clan Ascione e Birra, il 14 dicembre del 2016 dal Giudice dell’udienza preliminare presso il Tribunale di Napoli, dott.ssa Francesca Ferri. Oggi li giudici hanno preso atto dei rilievi mossi dal penalista.

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“Nei processi per omicidio sono molto rari i casi di scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia di riferimento; ma, nel caso di cui si discorre si è giunti a superare il termine di durata del procedimento previsto dalla legge in quanto la Corte di Cassazione già in precedenza aveva annullato la sentenza di condanna emessa da altra sezione della Corte di assise di appello” ha detto l’avvocato Vannetiello in una nota.
“Cavilli e finezze giuridiche condivise dai giudici di legittimità hanno prodotto e creato una situazione eccezionale, mai verificatasi: si dovrà procedere addirittura per la terza volta al processo di appello, onde stabilire se sono attendibili quei tredici collaboratori di giustizia che hanno riferito che a sparare e uccidere Carlo Polese fu proprio Di Bartolomeo” sostiene il legale.
Di Bartolomeo lascia il carcere dopo anni di detenzione, sarà sottoposto, all’obbligo di dimora, avendo l’Autorità Giudiziaria rilevato sia la efferatezza dell’omicidio, sia la elevata pena inflitta in primo grado, sia che l’associazione criminale di appartenenza, il clan Ascione, che è ancora attiva sul territorio di Ercolano e zone limitrofe.

La Cassazione accogliendo il ricorso dei legali di Di Bartolomeo aveva annullato la sentenza di Appello. Gli avvocati Dario Vannetiello e Luigi Palomba avevano sostenuto che la legittima difesa è invocabile anche da un camorrista, aspetto questo pertinente al caso di specie atteso che l’esecuzione ai danni di Polese Carlo sarebbe avvenuta allorquando costui, insieme ad altri quattro soggetti, era in procinto di scavalcare il muro di cinta dell’abitazione di Di Bartolomeo per compiere un agguato ai suoi danni.
I giudici capitolini, condividendo le diffuse ed articolate ragioni giuridiche illustrate nei ricorsi hanno annullato la sentenza di condanna ad anni 20 di reclusione imponendo un nuovo giudizio innanzi a diversa sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli.


Articolo pubblicato il giorno 3 Maggio 2021 - 16:08


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